Stefania Miglietta dermatologa a Modena

Il patch test (test epicutaneo)

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La metodica del patch test è finalizzata ad identificare sensibilizzazioni da contatto.

E' rapida, indolore, si esegue ambulatorialmente applicando sulla cute del dorso cerotti sui quali sono disposte cellette che contengono gli apteni da testare.

In genere si applicano serie di apteni preformate o composte dallo specialista e che consentono di identificare l'eventuale sensibilizzazione alle più comuni sostanze. E' possibile comporre anche serie di apteni specifici per ambiente lavorativo (serie professionali), in genere indagati in relazione alla storia clinica/professionale del paziente a prescindere dall'esito dell'esecuzione della serie standard.

Identificando un tipo di sensibilizzazione detta «ritardata», il PATCH test impone la lettura dopo 48-72 dall'applicazione. Raramente è necessario un intervallo di tempo maggiore. E' pertanto necessario che il paziente metta a disposizione due momenti differenti per l'esecuzione del test.

Dovendo mantenere in sede l'apparato testante è, inoltre, fondamentale per la corretta esecuzione del test che il paziente non bagni il dorso, non si esponga a sole e/o a fonti di calore, non si dedichi ad attività sportive o a sforzi fisici che comportino sudore e possibilità di spostamento dei cerotti.

E' un test assolutamente sicuro ed indolore e alla lettura consente di evidenziare eventuali sensibilizzazioni e prescrizioni terapeutiche relative. La lettura è da considerare positiva in presenza di comparsa di eritema, edema, prurito ed eventualmente vescicole in corrispondenza della sostanza incriminata.

In genere, in Italia, si utilizza un pannello di apteni potenzialmente responsabili della maggior parte delle dermatiti da contatto. Tale pannello consigliato dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (pannello SIDAPA) comprende sostanze comunemente incontrate nella vita di tutti i giorni, quali metalli (nichel, cobalto, potassio bicromato), coloranti (para-fenilen-diammina, disperso blu, disperso rosso), sostanze presenti nei manufatti in gomma (Tiuram), nei cosmetici (Parabeni) o profumi (profumi mix, balsamo del Perù), conservanti (kathon) e farmaci (Neomicina, Benzocaina).

La metodica è invariata in caso di atopy patch test e fotopatch test, in genere eseguiti in ambiente ospedaliero.

Nel primo caso gli allergeni sono allergeni alimentari e aeroallegeni. Sono dedicati all'indagine allergologica di pazienti atopici e le modalità di esecuzione sono le stesse del patch test classico.

Il Foto(patch)test consiste nell'irradiare una sede corporea non abbronzata (solitamente il gluteo) con radiazioni UVA e UVB. In genere si effettuano 2 letture ( a 30 minuti e a 24 ore) per individuare la dose minima eritematogena (MID) ed eventuali reazioni patologiche con modalità del tutto analoghe al patch test classico.

Effetti collaterali:

  • Fastidio/prurito lieve o moderato, in genere dopo 12-24 ore. Questa sensazione è dovuta alla reazione eczematosa che si realizza quando c'è una positività verso una delle sostanze testate.
  • Reazioni irritative o riacutizzazione di una dermatite pre-esistente
  • Raramente si può realizzare una sensibilizzazione attiva ovvero può crearsi nell'arco di 8-10 gg una nuova sensibilizzazione verso una delle sostanze presenti nel test. Le sostanze maggiormente a rischio sono parafenilendiamina, formaldeide e kathon.
  • Cosa fare e non fare prima di sottoporsi al test:
  • Non esporsi al sole/lampade UV nei 30-40 giorni che precedono il test
  • Non utilizzare terapie cortisoniche per via orale, intramuscolare o terapia locale nella sede di applicazione del test almeno 15 giorni prima del test.
  • L'uso di antistaminici non controindica l'esecuzione del test.
  • Non è indicato sottoporsi al test quando la temperatura ambientale è molto alta per ridurre il rischio di distacco accidentale dell'apparato testante.
  • Non sottoporsi al test in fase attiva di malattia, soprattutto se non è possibile interrompere la terapia sintomatica (cortisonici) in atto.
  • Non sottoporsi al test in gravidanza/allattamento.
  • Non sottoporsi al test in caso di lesioni attive nella zona del test.

Di Stefania Miglietta

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